IL DISEGNO INCISO di Filippo Mattarozzi, a cura di Marco Vallicelli, dal 09 al 23 ottobre 2021.
Il vernissage si terrà sabato 09 ottobre alle ore 17.
“Il disegno, fin dalle origini dell’uomo, è servito come strumento di conoscenza, dell’uomo stesso e della realtà circostante; un mezzo di indagine dai contorni non sempre e non forzatamente regolari, con una storia a venire millenaria e leggendaria.
Il disegno è da considerarsi a tutti gli effetti come uno dei capisaldi portanti dell’espressione e della storia dell’arte: basti pensare quanto ancora nel panorama dell’arte contemporanea sia un vero e proprio evergreen, un must tramite il quale l’artista è portato a misurarsi per conoscersi e fare conoscere; un mezzo di comunicazione imprescindibile e dall’indiscutibile fascino.
Il disegno, forma d’arte più diretta, oltre che strumento d’indagine visiva, facilita un’osservazione più attenta: come diceva Goethe, Quando lo rileviamo condotto con spontaneità, contribuisce a rendere accessibile e comprensibile a tutti il contenuto ed il significato di quanto espresso.
Dalla sua pratica discendono le grandi arti: Pittura, Scultura e Architettura. Vuoi come libero schizzo ideativo o come rifinita progettazione, la pratica del disegno, il trattarlo con eleganza e franchezza, è quello principalmente che un giovane doveva e deve studiare, per giungere all’“opera” (sembra che fosse l’unico consiglio che lo schivo Donatello desse a chi gli chiedeva come diventare “grande” come lui: Masaccio “disegnava” Giotto; Michelangelo “disegnava” Masaccio; il Rinascimento neoplatonico riteneva il disegno l’espressione dell’ “idea”; e via via, fino alla sintesi significativamente profonda di Modigliani. Da Leonardo in poi, per tutto il Rinascimento, fino alle soglie del Barocco, tra i “grandi” artisti d’Europa (Raffaello, Michelangelo, Correggio, Dürer, Rubens, Rembrandt, ecc.), il disegno diventa anche “arte a sé stante”, capolavoro non necessariamente suscettibile di ulteriore completamento.
L’opera di Filippo Mattarozzi ci guida all’importanza della riscoperta di una pratica come quella del disegno, ma anche della stessa Storia dell’Arte, con il suo puntuale riecheggiare i Grandi Maestri classici. La sua raffinata e tecnicamente sapiente tracciatura del segno, a matita ed inchiostro, condotta con “pulizia” sul cartoncino, spesso induce a confondere i suoi lavori con stampe o incisioni (non a caso un suo lavoro fa parte della collezione di un mercante di stampe antiche). A volte, si direbbe che i suoi disegni siano cover di ritratti ed autoritratti dei Maestri del 1500/1600: come sarebbe superficiale e fuorviante l’analisi! Ammesso che un disegno sia replicabile, persino copia sovrapponibile, non è e non sarà mai “fotocopia”, perché eseguito da un’altra mano, strumento di un altro cuore. Non c’è Dürer, Vermeer, Rembrandt o Goya nei disegni di Mattarozzi, ma Filippo e la sua ricerca della sua identità di artista. C’è rievocazione, ma per nuova attualizzazione della sempiterna vena che scorre negli Artisti veri di ogni tempo.
Finalmente anche Forlì potrà apprezzare ciò che già è stato esposto a Cesena, Bologna, Firenze, Amsterdam. Ha girato un video in onore di Rembrandt, mostrando i suoi lavori, a Leida, per la TV nazionale tedesca. Fra altri riconoscimenti, degni di assoluto rilievo, va segnalata la vittoria della mostra collettiva Venti artisti per Goya del premio Marchionni 2020. I Suoi lavori sono stati pubblicati su Pamono.it, primario almanacco di grafica ed arte contemporanea.”
Marco Vallicelli